imageIn Italia cresce l’emigrazione, soprattutto da parte degli italiani: troppi i diplomati ed i laureati che lasciano il  Paese, mentre diminuisce l’immigrazione, principalmente da parte degli stranieri. Il quadro emerge dal Report dell’Istat “Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente” relativo al 2012.

Tra gli italiani, dunque, aumentano gli espatri e calano i rientri dall’estero. Nell’anno preso in esame dall’Istat il saldo migratorio con l’estero degli italiani con almeno 25 anni mostra una perdita netta di residenti pari a 32mila unità, di cui ben 9mila laureati. Analoga variazione in negativo si osserva per le persone con un titolo di studio fino alla licenza media (-11 mila) e per i diplomati (-12 mila). Le principali mete di destinazione dei laureati sono la Germania (1.900 individui), il Regno Unito (1.800), la Svizzera (1.700) e la Francia (1.300). Al di fuori dell’Europa, i laureati italiani vanno soprattutto negli Stati Uniti (1.100 emigrati) e in Brasile (700). È in possesso di una laurea quasi un italiano su tre che emigra verso gli Stati Uniti (32,2%), il Brasile (31,6%) e il Regno Unito (30,7%).
L’Istituto di statistica ricorda che i flussi migratori con l’estero rappresentano il fattore prevalente di crescita della popolazione residente in Italia, tanto che al 31 dicembre 2012 gli stranieri costituivano il 7,4% della popolazione residente.
Nel 2012 i nuovi arrivi di immigrati in Italia sono stati 351 mila, 35 mila in meno rispetto all’anno precedente (-9,1%). Il calo delle iscrizioni dall’estero è dovuto in larga parte al numero di ingressi dei cittadini stranieri, che scende da 354mila nel 2011 a 321mila nel 2012, ma anche, come detto, ad una contrazione delle iscrizioni dall’estero dei cittadini italiani, da 31mila a 29mila unità.
Tra gli immigrati la comunità più rappresentata è quella rumena che conta quasi 82 mila ingressi, seguita da quelle cinese (20 mila), marocchina (circa 20 mila) e albanese (14 mila). Rispetto al 2011 calano le iscrizioni di cittadini moldavi (-41%), ucraini (-36%), peruviani (-35%) ed ecuadoriani (-27%). Crescono invece gli ingressi di cittadini africani (+1,2%) di alcune cittadinanze asiatiche e, soprattutto, di quelle comunità soggette a conflitti bellici nei Paesi di origine: Nigeria, Pakistan, Mali e Costa d’Avorio.
Il numero di cittadini stranieri che nel 2012 ha lasciato l’Italia è in aumento rispetto al 2011 (+17,9%), ma l’aumento delle emigrazioni è dovuto principalmente ai cittadini italiani, per i quali le cancellazioni passano da 50 mila nel 2011 a 68 mila unità nel 2012 (+36%). In aumento anche le cancellazioni di cittadini stranieri residenti, da 32 mila a 38 mila unità (+18%).
Il saldo migratorio netto con l’estero è pari a 245 mila unità nel 2012, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-19,4%). Si tratta del valore più basso registrato dal 2007.

Continua infine a crescere la quota di stranieri che cambiano la residenza all’interno dei confini nazionali. Nel 2012 sono 279 mila; la maggior parte degli spostamenti riguarda cittadini rumeni (oltre 64 mila, pari al 23% dei flussi interni degli stranieri).

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